IL RELITTO DELLA NAVE "SAN GUGLIELMO"
Il relitto della nave di "San Guglielmo", si trova sul fondale del mare di Loano, ad una profondità di circa 28-30 metri e a circa 800-900 metri dalla sua costa.
Dapprima nave di lusso varata a Glasgow, venne trasformata come nave per trasporto truppe, durante la prima guerra mondiale. Fu abbattuta nel 1918 da un sommergibile tedesco.
Galleria fotografica:
Ringrazio nonno Gian Vittorio per le fotografie
LA BETTOLINA ARMATA DI FINALE LIGURE
La bettolina armata di Finale Ligure era un imbarcazione usata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
La sua storia è molto lunga e dettagliata, ma vediamola in breve:
1941:La marina francese prende patti con la Regia Marina, corpo militare del Regno d’Italia per inviare nel Mediterraneo, attraverso il fiume Reno, all’epoca zona di alta tensione, dei “motoscafi armati silurante” attraverso delle bettoline fluviali, imbarcazioni di piccola/media grandezza che avevano la funzione di scortare mezzi più grandi e importanti.
I tedeschi, prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, razionarono i porti olandesi, impossessandosi così delle bettoline trasformandole in base al bisogno e, in certi casi, armandole.
La bettolina fluviale di Finale Ligure, rimase nelle acque della Liguria dopo l’annullamento dello sbarco a Malta, con l’obbiettivo di rendere il Mar Ligure, un posto di transito sicuro per le navi tedesche, armate e pronte ai combattimenti.
Nel 1943, però, questa nave venne affondata da un siluro proveniente da un sottomarino della marina inglese.
Ad oggi, questo relitto è poco conosciuto, anche se la sua storia è in grado di appassionare qualsiasi persona, è visitato dagli appassionati di apnea con le bombole.
IL CRISTO DEGLI ABISSI
Il Cristo degli abissi è uno statua composta da una lega di rame e una lega di stagno ed è stata creata nel 1952 da Duilio Marcante, noto subacqueo italiano, per commemorare e ricordare la morte di Dario Gonzatti, uno dei primi, se non il primo subacqueo italiano.
Nel 1954, dopo vari dibattiti, si arrivò ad una conclusione, il Cristo degli abissi poteva essere posto nei pressi del comune di Portofino.
Per la creazione di questo monumento, vennero fusi componenti navali, come eliche e part interne all’imbarcazione; la prima a donare questi materiali fu la U.S Navy, la marina militare degli Stati Uniti, nonché la forza militare più potente al mondo.
Per evitare e combattere l’incrostazione da parte di alghe e denti di cane, questa statua venne portata in superficie nel 2003 e collocata per la seconda volta, nello stesso ed esatto punto, sott’acqua, nel 2004.
L’immersione per vedere, ammirare e fotografare quest’opera monumentale è una delle escursioni più importanti d’Italia, attirando centinaia e migliaia di appassionati dall’estero.
Ad oggi, il Cristo degli abissi possiede svariate copie che sono presenti nella chiesa di San Fruttuoso, a Genova, nell’ormai deserto lago Palù, a St. Georges’s, a Grenada.
PETROLIERA HAVEN
La petroliera Haven è un imbarcazione cipriota che affondò nei pressi di Genova nel 1991.
Nel 1988, nel Golfo Persico, questa nave fu colpita da un missile proveniente da una nave da guerra iraniana subendo vari danni, ma non affondò.
Nel 1990 fu riparata, sistemata e resa pronta all’uso da una società, nel grandissimo porto della Repubblica di Singapore.
Dopo la manutenzione, la nave tornò a casa, nel Mar Mediterraneo, ma purtroppo, l’11 Aprile del 1991, nei pressi di Genova, esplose internamente e affondò, rilasciando tutto il petrolio che conteneva in mare.
Questo avvenimento fu un problema molto grave dal momento che le autorità e lo stato italiano pagarono molti soldi per l’eliminazione e lo smaltimento del petrolio, che nel frattempo si avvicinava alle coste di Genova.
Dopo l’esplosione, la Haven venne portata nelle acque di Arenzano, un comune in provincia di Genova.
Ad oggi il relitto della nave petroliera Haven viene visitato centinaia se non migliaia di volte all’anno dai professionisti di immersioni o da turisti che, incuriositi, decidono di andare a vedere, insieme ad una guida, questo grande relitto.
Questa petroliera, come molte altre navi, sia mercantili sia militari, possedeva delle imbarcazioni gemelle, che però, in un modo o nell’altro, fecero la stessa fine: la nave Amoco Cadiz affondò di fronte alla penisola della Bretagna nel 1978, la nave Marìa Alejandra esplose di fronte alle coste della Mauritania (uno stato africano situato nella parte occidentale del grande continente) nel 1980, e la Mycene, che anch’essa esplose nel 1980 a Sierra Leone (paese del Africa occidentale)
KT DI SESTRI
Il KT di Sestri, successivamente rinominato l’Incomprese, è un relitto molto noto a causa della sua integrità.
Venne utilizzato dalla Marine Nationale (ovvero la marina francese) per sorvegliare le coste francesi nel Mediterraneo durante la Seconda Guerra Mondiale.
Quando i tedeschi occuparono parte del Sud della Francia, e in particolare la città di Tolone, moltissime navi vennero distrutte, affondate e smantellate ma l’Incomprese venne risparmiato per via delle sue condizioni ottimali.
Il KT di Sestri entrò nella Kriegsmarine, la marina tedesca, nel corso del 1943 ma, solo un anno dopo questo avvenimento, venne affondata da delle navi da guerra inglesi.
Ad oggi, il relitto è in ottime condizioni, a parte la poppa (ovvero l’estremità sul retro delle imbarcazioni), perché distrutta dagli inglesi durante l’attacco; sono visibili e in ottimo stato le ancore, gli interni, due piccoli armadi contenenti le munizioni delle mitragliatrici la mitragliatrice antiaerea, colei che in altre imbarcazioni salvò centinaia di vite.
SAN GUGLIELMO
La San Guglielmo fu una nave di lusso che trasportava molti passeggeri in prima classe.
Durante la prima guerra mondiale fu trasformata e adoperata in una imbarcazione per il trasporto delle truppe alleate.
Nel 1918, la San Guglielmo, insieme alla sua nave gemella, la San Giovanni (anch’essa adoperata per il trasporto di militari) e a un cacciatorpediniere, che le doveva scortare sane e salve a destinazione, era diretta nello stretto di Gibilterra quando, all’improvviso, lo scafo della San Guglielmo venne perforato e distrutto da un siluro proveniente da una nave tedesca.
Il comandante, ordinò di dirigersi verso la costa per cercare di salvare la nave e l’equipaggio, dal momento che il luogo dell’impatto con il siluro era lontano dalla costa; i danni però erano troppo gravi e il piroscafo continuava a imbarcare acqua, così affondò nei pressi dell’attuale porto di Loano, un paese in provincia di Savona.
L’equipaggio riuscì a salvarsi grazie alle scialuppe e alla scelta di avvicinarsi alla costa del capitano; morì solo 1 persona.
Dal 1920 al 1925 quest’imbarcazione venne quasi del tutto smantellata dai palombari dell’Artiglio, una nave ammiraglia a comando di una piccola flotta, formata da pescherecci e imbarcazioni civili, e riutilizzate per uso militare.